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ARTIGIANATO MEMORIA

U cistaru: la storia di un’arte tra polvere e sacrifici

Cestini di cistari

Quella d’u cistaru è la storia di un’arte tra polvere e sacrificio; è sapienza manuale di un mondo che non c’è più. A distanza di 40 anni or sono volevo ripercorrere, attraverso il ricordo di mia madre, la maestranza e l’abilità dei nostri artigiani cistari. Nel 1985 venne costituita una cooperativa sociale per l’artigianato, lo ricordate?

U cistaru e la sua arte senza tempo

In questa cooperativa sociale lavorò mia madre, seguita da un grande maestro cistaru che tutti ricordano: Mastru Affredu. Proprio lui “maestro” cestaio con grande umiltà e saggezza trasferiva i suoi segreti dell’arte. Quando le chiedo se il fare cestini rappresenti più un’arte maschile o femminile lei non ha dubbi: “Le donne sono più precise e veloci. Eravamo un gruppo di giovani affiatati, uomini e donne di ogni età.

cistaru cesto con sfondo Querciola

Ben presto divenne un vero e proprio laboratorio creativo. Fare cesti e panari erano un’attività che coinvolgeva la comunità. Ma si producevano anche cofhani e tahareddhre utilizzate per l’essiccazione di pomodori, fichi e altra frutta. Cestini intrecciati, rotondi, panierini circolari con manico ad arco, di forme e tipi diversi. E cannistri, cioè contenitori per la raccolta della frutta. Nella prima fase si cominciava a realizzare la base del cesto con le stecche di legno di castagno giovane, poi più robuste per dare solidità e poi man mano utilizzavamo i rametti più flessibili per confezionare le pareti. Utilizzando uno speciale coltello che serviva per adulare il legno e correggere ogni piccola imperfezione. Tra questi singolari prodotti artigianali spiccava il ventaglio per attizzare il fuoco.

Cestino nella natura

Pezzo unici e rari, intrisi di semplicità e tradizione

Eravamo diventati così bravi che ci contattò Gerardo Sacco e per lui  realizzammo un cofanetto in legno di castagno e teneri giunchi intrecciati che sembravano ricamati per le sue creazioni orafe, dalla forma ammaliante e dalla resistenza ineguagliabile. In quello stesso anno, infatti, ricevemmo il primo premio dell’artigianato calabrese del quale conservo ancora la medaglia.” Ora mi fermo, osservo la sagoma di un vecchio paniere che lei stessa creò: quei fascetti di canne negli occhielli che chiudono le bordature, la sua simmetria, mi raccontano la storia di quel momento forse realizzato in fretta, accorciando qualche aspro spigolo qua e là, tra la sue strette ginocchia. È un pezzo unico e raro, intriso di semplicità e di pregevole tradizione.

U cistaru: la storia di un’arte tra polvere e sacrifici ultima modifica: 2020-03-16T09:00:00+01:00 da Lucy Stranges

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