Maurizio a tadora nasce a Conflenti il 10 gennaio del 1926 da Michele Marotta e Villella Giuseppina. Suo padre Michele morì giovanissimo e così Maurizio dovette prendersi cura della madre Peppina rimasta vedova. Tutte le mattine, con la sua inseparabile vespa 50 azzurra, si recava insieme alla mamma a re Vaddre. Una terra molto produttiva dalla quale ogni anno ricavavano fino a 50 varrili di vino. Maurizio è stato uno dei più longevi negozianti du Piru. Una vita d’altri tempi, fatta di rapporti umani, di passione e costanza.
Prima al fianco della madre e poi insieme alla moglie Gilda, ha trascorso la maggior parte della sua vita tra la scuola e ra putiga dove vendeva di tutto. L’insegna del negozio portava la scritta: “frutta, verdura e diversi. MAROTTA”.
«Quanti ricordi sono racchiusi in quei pochi metri quadrati!» mi racconta il figlio Pino. «In famiglia, nei giorni della festa, tutti davano una mano dietro al bancone, ma alla fine sono stato io a raccogliere il testimone e a proseguire il cammino per ben 40 anni».
La nostalgia traspare dalle sue parole: «papà era conosciuto in tutti i paesi ormai. Giravamo col furgoncino fin dalle prime ore del mattino. E questo dal 1990 al 2016. Tu pensa, andavano a Bisignano per acquistare gli oggetti da vendere u juornu a Madonna. Carusiaddri, vozze, pignate, graste e altri oggetti in ceramica che la gente si fermava a comprare. Papà era solito sedere a ra porta du Paracu o a na vecchia seggia mpagliata e tutte le persone che camminavano lungo la strada si fermavano a salutarlo». Maurizio è stata una presenza costante e vivace du Piru.
Aveva preso il posto di bidello dopo la morte della mamma Peppina. Ogni mattina andava a scuola in sella alla sua vespa; da lontano lo si sentiva suonare, quello era il chiaro segnale per dire che stava arrivando e per avvertire i ragazzi di stare attenti a quello che combinavano altrimenti sarebbe dovuto intervenire.
A volte si poteva assistere ad alcune scenette, preso di mira dai più grandi, che lo vedevano diventare un po’ burbero e maldestro, ma sempre presente e attento alle esigenze della scuola. Aveva le sue regole e guai a non rispettarle. Vigilava e controllava gli alunni all’entrata, all’uscita, durante l’intervallo, quando andavano in bagno e tutte le volte che era necessario. Andò in pensione nel 1990.
Nonno premuroso
Molti di noi hanno un vivido ricordo di come Maurizio fosse amorevole e sempre disponibile con sua madre. L’ accompagnava dappertutto, con lei seduta di lato sulla sella della vespa, aggrappata saldamente a lui.
Maurizio, oltre ad essere un figlio affettuoso, è stato anche un nonno premuroso. Uno dei nipoti, Maurizio, che ora vive nel nord Italia e porta il suo nome, mi racconta: “Ogni volta che vedevo la sua vespa parcheggiata a Santa Maria, vicino al bar de Binnardu, entravo a salutarlo. Sapevo che mi avrebbe invitato a comprare quello che desideravo. E finalmente potevo avere il mio gelato preferito: il Break. Costava 1400 lire. Quando lui non c’era, compravo solo ghiaccioli da 200 lire. Ma il ricordo più vivo che ho di lui è che mangiava gli spaghettini, non spaghetti, aru fuacularu, mai seduto a tavola.“
Le generazioni che lo hanno conosciuto conservano il bel ricordo di lui. La sua allegria, il suo modo scherzoso di essere sempre pronto alla battuta e allo sfottò buono.
D’altra parte, ricordo anche io quanto mi piacesse ascoltare le storie e gli aneddoti della vita che mi raccontava. Forse erano episodi che avevo già sentito, ma comunque mi piaceva ascoltarli lo stesso perché continuavano a farmi ridere.
