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LUOGHI DI RITROVO MEMORIA

Un luogo di ritrovo degli anni cinquanta

Luogo Di Ritrovo negli anni cinquanta

Una volta il tempo da dedicare all’ozio era ben poco: tra il lavoro nei campi, il bestiame da accudire, il bucato da lavare al lavaturu, i figli da crescere. Ma ogni tanto, in particolare d’inverno, capitava di avere nella giornata un paio d’ore libere. E siete curiosi di sapere come le trascorrevano gli uomini e le donne degli anni cinquanta? Ve lo raccontiamo noi.

Come si trascorreva il tempo negli anni cinquanta

Il luogo di ritrovo era nella parte sottostante di pometta, poco più in là, dove un tempo c’era a fhuntana e fruntera, per intenderci. Oggi questo posto non è più esattamente come un tempo. “Là dove c’era l’erba ora…” ci sono case. Ma suppergiù negli anni cinquanta, in quel pezzo di terreno uomini e donne s’incontravano per trascorrere delle ore in compagnia, prendendo na spera e sule. Infatti, si trovavano nel primo pomeriggio, quando il sole invernale scalda ancora. E lo facevano soprattutto per risparmiare un po’ di legna. Se stavano in casa dovevano tenere vivo il fuoco. Così, invece, univano l’utile al dilettevole: consumavano meno zucchi e passavano qualche ora in amicizia e, magari, s’informavano di qualche novità, di qualche scoop che succedeva in paese. Insomma, possiamo sintetizzare con le parole che Butera scrisse ne L’Americanu, parlando du chjiuppu,

«si cce sole jjuncire, ppè ttagliare
i panni a ttutti quanti e ppe’ sputare
sintenze supra i fatti d’ ‘a jurnata.»

anni cinquanta: pignate al fuoco
Foto dall’archivio di Egidio Baratta

Un passatempo, questo, che non passa mai di moda. E tra una chiacchiera e l’altra c’era chi rammendava un paio di calzini, un vestito o un pantalone, chi si portava dietro gli animali da compagnia, capre, pecore o maiali. Chi i ferri per sarcire o un lenzuolo da ricamare come corredo per la figlia che, chissà, un giorno si sarebbe sposata. Poteva capitare che qualche signora portasse un po’ di olive per farsi aiutare ad ammaccarle e snocciolarle. Gli uomini, invece, un mazzo di carte per giocare. Così, tra il dire e il fare, il sole cominciava a nascondersi dietro le montagne: era giunta l’ora di rientrare a casa, attizzare il fuoco, metterci ‘na bella pignata ccu surache o ciciari, e anche la cena era pronta.

Fonte: Ernestina Mastroianni

Un luogo di ritrovo degli anni cinquanta ultima modifica: 2019-11-28T11:09:27+01:00 da Redazione

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