I tempi sono cambiati, è persino inutile ribadirlo. Le generazioni di oggi non sono come quelle di decenni fa per stile di vita, abitudini e valori. Ma se c’è, forse, una cosa immutata nel nostro paese è lo spirito di aggregazione: oggi come allora i ragazzi sanno fare gruppo. Sì, è vero, ci sono vari gruppetti. In base all’età, a simpatie e/o antipatie, è normale. Ma basta fare una passeggiata, durante le sere d’estate soprattutto, per vedere schiere di ragazzi. Dopo serie di whatsapp e chiamate si danno appuntamento in un luogo di ritrovo, che può essere Santa Maria, o la piazzetta del Bar Centrale, per poi girovagare per il paese ridendo e scherzando, con il cellulare – quasi sempre – in mano. Ma un tempo i ragazzi dove s’incontravano? Ti raccontiamo i pomeriggi e le serate estive, e invernali, dei ragazzi conflentesi di qualche generazione fa.
Il muretto di fronte al Bar di Redenta, il luogo di ritrovo
Lo sapevi che il muretto di fronte al bar di Redenta era il luogo di ritrovo per eccellenza, negli anni 75/80, dei ragazzi conflentesi? Si incontravano senza appuntamento, dato che non c’erano cellulari per tenersi in contatto. Ma non ce n’era nemmeno bisogno. Bastava che uscivi di casa, raggiungevi il muretto di fronte al bar, e al 100% avresti trovato qualcuno del numeroso gruppo, di 15 o 20 persone, ad aspettarti.
E poi lì, sulle sedie pieghevoli di lamiera (e chissà quante volte ti sei pizzicato le dita per chiuderle o aprirle) si trascorrevano ore e ore in compagnia. Si ascoltava musica al juke box; con 100 lire potevi ascoltare 3 canzoni. Si chiacchierava, si raccontavano storie, si mettevano a punto tattiche di seduzione. E quando l’odore del pane e dei taralli appena sfornati da Caterina e Sara iniziava a farsi sentire, ecco che qualcuno andava a comprarli per uno spuntino. Tutto senza la distrazione degli smartphone. Non ci si stancava mai di trascorre interi pomeriggi e intere serate su quelle sedie o su quel muretto. E quando si sentiva il richiamo di qualche mamma o scattava l’ora del coprifuoco, sempre rispettata, via… tutti a casa! Per ritornare la sera, o il giorno dopo.
Le serate d’estate
In estate, invece, c’era una sorta di emigrazione, di trasferimento. L’affiatata comitiva, soprattutto i maschietti più grandi, si spostava al Bar Castello. Allora il bar ristorante di Micu Carinu era “riservato” per lo più agli emigrati di ritorno per le vacanze estive, i quali si deliziavano mangiando l’ottimo pollo arrosto e bevendo buon vino. I ragazzi conflentesi erano destinati al muretto di fronte al bar di Redenta, ma durante le serate estive facevano spesso questo cambio di luogo di ritrovo.
Perché il bar Castello era un posto un po’ più riservato per fumarsi una sigaretta di nascosto. O tentare l’avvicinamento a una bella fanciulla, con una passeggiata verso u cuazzu, lontano dagli occhi indiscreti dei passanti. Ma anche per avvistare qualche turista magari lì a cena. Come dicevamo, i tempi cambiano. Un tempo non c’era niente, ma i ragazzi avevano tutto! Sembrerà un ossimoro, ma in sostanza è così. Si era felici e soddisfatti con poco!
Fonte: Franco Stranges (figlio di Sistinu e paracauzu)