Un racconto tra realtà e fantasia: la triste vicenda di Ermione e i suoi fratelli

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MITI E LEGGENDE STORIE

Un racconto tra realtà e fantasia: la triste vicenda di Ermione e i suoi fratelli

Racconto

Era un tempo di ricchi padroni, di poveri contadini, di servi e di briganti. In un’umile casa cresceva insieme ai suoi fratelli una bambina.
Ecco l’inizio di un racconto tra storia e leggenda costruito di fantasia usando personaggi inventati e luoghi a me cari.

L’infanzia di Ermione

La bambina aveva un nome preso dai miti antichi, si chiamava Ermione e viveva in una misera casa in mezzo ai boschi con i suoi genitori, Norina e Vittorio, e i suoi fratelli Turu e Filippu. Date le misere condizioni della famiglia, tutti si davano da fare per portare a casa un tozzo di pane. Così, mentre i genitori e i fratelli lavoravano come  contadini o biscaioli, la piccola Ermione badava alla casa e alle bestie.
Giunta all’età dell’adolescenza, però, anche lei fu mandata a fare la serva in una casa di signori. Le sue mansioni erano le più umili e anche le più faticose. Ma lei era una ragazza forte e la fatica non la vinceva mai. Crescendo diventò una bellissima ragazza ma dato che era povera nessuno la corteggiava, fuorché qualche miserabile.

Racconto. Il luogo dove abitava Ermione

Il bosco in prossimità della casa di Ermione

L’inizio della brutta vicenda

Era appena finita la guerra e gruppi di sbandati senza arte né parte, e soprattutto senza voglia di lavorare, si riunivano in bande di briganti e facevano scorrerie nei paesi e nelle case signorili, depredando chiunque e distruggendo ogni cosa.
Una mattina, mentre se ne andava a lavare i panni al lavatoio, Ermione fu notata da Leone, il capo di una delle più famigerate bande del paese. Da allora cominciò a importunarla senza darle pace.
Un giorno Leone la seguì fino a un pagliaio e tentò di abusare di lei, ma fu disturbato da un gruppo di contadine. Prima di andarsene, però, la minacciò dicendole: –“Tu sarai mia”.
Lei, per nulla intimorita, di rimando gli disse: –“Se ci riprovi dovrai vedertela coi miei fratelli”.
Già, i fratelli di Ermione, Turu e Filippu, erano due omoni erculei che con la loro forza e il loro fisico intimorivano anche i più coraggiosi.

Il malefico piano di Leone

Così Leone, che aveva perso letteralmente la testa per Ermione, decise di levarli di mezzo.
Per farlo, siccome insieme erano troppo forti, progettò di dividerli e portarli a lavorare in due diversi poderi.
Turi, accompagnato da Leonardo, un brigantello umile e innocente, fu condotto in un bosco a Cucumile. Mentre si accingeva a tagliare con l’accetta un maestoso castagno fu assalito dal resto della banda e trucidato in maniera atroce.
Stessa sorte toccò a Filippu. Fu condotto in un vigneto a zappare dal brigante Sarvature. Mentre era curvo sulla zappa, senza alcuna difesa, fu preso a bastonate e finito a coltellate.
Per evitare tradimenti, ogni brigante diede un colpo di coltello alle vittime.

Racconto. Solo due andarono in Carcere

I più miserabili finirono in carcere

Il finale inaspettato

Ma qualcosa dovette andare storto. La banda perse coraggio e si sbandò. Leone, invece di correre da Ermione, insieme ai suoi compari più furbi e ricchi scapparono nella notte facendo perdere le loro tracce. Si disse che si rifugiarono nelle Americhe e da lì non fecero più ritorno.
Quando fu scoperto l’eccidio gli unici due scoperti arrestati e condannati furono Leonardu e Sarvature, due contadini di umile estrazione un po’ ignoranti, incapaci anche di capire la gravità di ciò che avevano fatto.
Loro erano i membri di minor valore della banda e pagarono per tutti. Condotti a processo, maldifesi in quanto poveri, non fecero mai i nomi dei loro capi e dei loro complici. Furono condannati all’ergastolo e incarcerati nell’isola di Ponza. L’ergastolo finì con la grazia concessa dal Re per la nascita del suo primogenito.

Ogni riferimento a fatti o persone realmente esistenti o esistite è puramente casuale.

Un racconto tra realtà e fantasia: la triste vicenda di Ermione e i suoi fratelli ultima modifica: 2019-03-25T09:30:52+01:00 da Giancarlo Villella

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