“Beh, guagliù chi facimu oje, jamu aru jume?”. È l’invito balzato di chat in chat nel post lockdown. L’emergenza coronavirus ha, infatti, costretto tutti a cambiare le proprie abitudini stravolgendo la nostra routine. Abbiamo dovuto riorganizzare le giornate in casa. Tra fornelli, serie tv, film e videogiochi. Qualcuno ha dedicato anche qualche ora a fare sport e a leggere. Una “nuova normalità” rilegati tra le mura domestiche. Qualcuno si è perfino abituato a questi ritmi più lenti. Ad assaporare ogni istante in famiglia.
Ma cosa ci è mancato di più? La libertà. È sicuramente questa la risposta che unisce grandi e piccini. La voglia di aria aperta. Di natura. Chissà quante volte in questi mesi abbiamo sognato di camminare nell’erba. Passeggiare in riva al mare, prendere il sole o semplicemente respirare aria pura. Ci è mancato il contatto con l’ambiante e siamo tornati a desiderare le cose essenziali. Come un abbraccio o correre senza meta.
U jume immerso in una natura amena
Difficile, soprattutto per i più giovani, restare fermi. Immobili. Chiusi in casa senza nemmeno trascorrere del tempo con gli amici. Tutti questi sacrifici per salvaguardare noi stessi e i nostri cari. E così, ritornati (quasi) alla normalità, i ragazzi conflentesi hanno optato per le passeggiate “green”.
Ph: Ramona Villella Ph: Ramona Villella
Nascosto nel verde più rigoglioso tra la natura incontaminata, ai piedi del monte, scorre il fiume Salso. Sulle sue sponde si trovano anche antichi mulini e la “carcara”. Una struttura in pietra usata in passato per cuocere pietre calcaree dalle quali derivava la calce. Tra cascate e vecchi ponti, lo spettacolo per i visitatori è assicurato. Un posto magico che, proprio grazie – anche se suona brutto dirlo – al Coronavirus, i giovani di Conflenti hanno riscoperto. Qualche temerario, nelle giornate più calde, si è anche gettato nelle sue fredde acque. E poi, armati di falce, taglia erba e mascherina, hanno dato anche una ripulita, alla piccola area picnic e lungo le sponde du jume, che dall’Immacolata sbocca aru Chjianiattu, raccogliendo cicche di sigarette e rifiuti gettati qua e là da chi trascura la magia del posto.
Ph: Andrea Gagliardi Ph: Andrea Gagliardi
Quel che resta di questa dura prova di sopravvivenza dettata dall’emergenza sanitaria mondiale, dunque, è la scoperta della bellezza che ci circonda. Passeggiare all’aria aperta a contatto con la natura, riscoprire posti più isolati, lontani dal tran tran, evitando così assembramenti e nel rispetto delle norme anti-contagio. Un modo nuovo, più sano, di fare attività fisica e trascorre il tempo libero. Saranno queste le nuove salutari abitudini anche per tanti giovani?