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Impegno, responsabilità, giustizia: il monito di Capitano Ultimo

capitano Ultimo a san mazzeo

In un fresco pomeriggio di agosto, nell’area dietro la chiesta di Sant’Anna a San Mazzeo, è stata scritta una pagina importante per la nostra comunità. Un incontro che ha permesso ai tanti presenti di conoscere il colonnello Sergio De Caprio, noto come Capitano Ultimo, l’uomo che arrestò Totò Riina. Questa giornata, fortemente voluta da don Andrea Latelli, è stata inserita nell’ambito del novenario in occasione della festa di Sant’Anna. Il tema di quest’anno, I frutti dello Spirito Santo, si è posto l’obiettivo di “crescere nella comunione tra noi, con il nostro vicinato. Ma anche imparare a conoscere e amare il luogo in cui si abita”.

Un novenario coronato da incontri come questo per “offrire delle testimonianze concrete. La fede che si fa storia vera. Che prova a incarnarsi e a essere risposta concreta alle domande che ciascuno di noi pone e si pone.”  E Ultimo – dice don Andrea –  “è un uomo di fede. È testimone di una fede concreta. Ultimo non fa giustizia, vive la giustizia. E questo valore arriva da un percorso di fede. È un frutto dello Spirito Santo che si realizza in maniera concreta”.   

42 anni nell’Arma dei Carabinieri e oggi assessore all’ambiente

Nato a Montevarchi, in Toscana, 59 anni fa, il 15 gennaio del ’93 a Palermo mise le manette al boss di Cosa Nostra, Totó Riina. Da allora Capitano Ultimo non mostra il suo volto, che è sempre celato da una maschera e rare sono le foto che lo ritraggono. Dal febbraio 2020 ricopre la carica di assessore regionale, nominato dalla presidente della Regione Calabria, Jole Santelli, con delega all’Ambiente. Un tema molto dibattuto e problematico nella nostra regione. Tanti, infatti, sono i nodi che dovrà sbrogliare, dal ciclo dei rifiuti al mare sporco. Ma lui non si tira indietro pur sapendo che non sarà facile: “non abbiamo la bacchetta magica” – ha più volte ribadito. Ma la sua sfida è quella di arrivare a “discariche zero in due anni”.

capitano Ultimo A San mazzeo

Prima di entrare in politica, Capitano Ultimo ha speso 42 anni della sua vita nell’Arma dei Carabinieri. Per lui è significato “stare ai margini, tra la gente umile”. E guai a chiamarlo eroe! Capitano Ultimo si è sempre mostrato uomo con le sue paure e fragilità. Umile tra gli umili. Umiltà, coraggio, amore, speranza, libertà, uguaglianza, fratellanza. Non sono solo semplici parole sulle quali si è focalizzato l’incontro, ma gli ingredienti e valori che lui ha fatto propri e che ogni uomo dovrebbe seguire.

L’incontro a San Mazzeo con Capitano Ultimo

A moderare il dibattito, nella piazza gremita di San Mazzeo, è stato lo stesso don Andrea. Presenti tanti Sindaci del comprensorio e non solo. Segno che fare rete è la carta vincente per un nuovo modo di fare politica per il bene comune. E i tanti amministratori hanno esposto davanti a Ultimo diverse testimonianze e problematiche. A loro ha detto: “Grazie per quello che fate”. E, ha aggiunto: “La Calabria è 404 comuni uniti che cercano di valorizzare quello che c’è. Il mio compito è quello di non farli sentire soli e abbandonati”.

Ultimo che parla

Durante l’incontro è stato ricordato anche il generale Dalla Chiesa: “Era un comandante – lo ha descritto Ultimo – che ha combatto ed è caduto sulla strada, il posto dove deve stare la legge. Non nei salotti”. Un pensiero, poi, ai carabinieri sconosciuti, calpestati dalla violenza, dall’egoismo e dal razzismo. “Quelli sono i nostri eroi”.  Parlando ancora della nostra Patria ha detto: “Lo Stato è qua. Lo vedo nei vostri occhi. Questo è lo Stato. Nessuna cosa è più grande di voi in questo momento”.

Capitano Ultimo: colui che mise le manette al boss di Cosa Nostra

Uno dei momenti più toccanti è stato il racconto in prima persona dell’arresto di Toto Riina e di quei momenti storici per l’Italia. Un pezzo di storia raccontato anche in una miniserie Tv con Raul Bova. De Caprio ha descritto il boss di Cosa Nostra come un uomo che ha avuto paura davanti alla forza dei Carabinieri che erano lì per arrestarlo. Si è mostrato debole, “aveva paura. Questa gente – ha aggiunto – è vigliacca. Fanno i forti quando sono in gruppo” ha spiegato, volgendo un pensiero alle tante vittime di mafia. “Nel nostro mondo non ci deve essere posto per la violenza” ha tuonato ancora.

Un’occasione importante

“Ai giovani e alla famiglie presenti che messaggio vuole lasciare?” ha chiesto don Andrea. “Non lascio nessun messaggio. Dico solo grazie per quello che siete”. E, ha aggiunto: “Scusate se non siamo riusciti a creare un mondo migliore per voi. Non ci siamo riusciti per come volevamo ma ci abbiamo messo tutto il cuore e la forza“. Ma, ha assicurato i calabresi, “insieme faremo rifiorire la Calabria”.

Don Adamo Parla

Don Andrea e Don Adamo hanno chiuso l’incontro sotto un cielo che minacciava pioggia ma che è stato clemente per tutta la serata. “Spero che l’incontro con Capitano Ultimo – dice don Andrea – abbia lasciato nel cuore di ciascuno un desiderio di impegno, di assunzione di responsabilità con se stessi e con le proprie comunità. Per San Mazzeo è stata un occasione importante oltre che una bellissima provocazione per poter percorrere percorsi di fede veramente orientati a un cambiamento di mentalità, di pensiero. Votati al bene comune, alla giustizia, al rispetto della dignità, all’accoglienza vera, all’attenzione verso gli ultimi”.  

Impegno, responsabilità, giustizia: il monito di Capitano Ultimo ultima modifica: 2020-08-10T11:03:29+02:00 da Redazione

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