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LO SAPEVI CHE PERSONAGGI TRADIZIONI

Conflenti terra di vigneti e di vino buono

Conflenti, vigneto

Oggi, intorno a Conflenti, ci sono soprattutto boschi e terreni incolti, sono pochi quelli coltivati. Rimane qualche uliveto , dei piccoli vigneti e qualche orto coltivato a conduzione familiare.

Un tempo, il paese era circondato da maestosi vigneti che davano uno dei migliori vini di Calabria. Dallo zibibbo al greco nero, dalla malvasia all’uva rosa, dalla marcigliana al magliocco. Da metà settembre a fine ottobre si procedeva alla vendemmia iniziando dall’uva bianca per poi proseguire con le nere. Per settimane i vigneti si animavano di raccoglitori. Uomini e donne riempivano i “panari” e ai “guagliuni” era affidato il compito di svuotarli dentro i “ruvaggi”. I quali, una volta riempiti, venivano caricati a dorso d’asino nelle vigne pù agevoli mentre, in quelle più scoscese, venivano trasportati sulla testa dalle contadine.

La pigiatura

Arrivata nelle cantine, l’uva veniva pigiata coi piedi intra na majjiddra posizionata su grandi tini. A questa operazione potevano partecipare anche i bambini che, a piedi nudi, saltavano e schiacciavano i chicchi d’uva. Per i ragazzi era il momento più bello della vendemmia.

Il mosto insieme a l’uva pigiata si lasciava fermentare per quattro, cinque giorni e poi se stringia aru cuanzu . Il torchio era azionato a mano da possenti braccia di giovani e vecchi contadini che si alternavano nel lavoro. Il mosto ottenuto veniva poi conservato nelle botti di legno. A Conflenti c’erano grandi cantine e bravi commercianti che compravano il vino dai produttori per poi rivenderlo ai loro clienti sparsi in tutta la Calabria.

I vigneti e i commercianti di vino

I commercianti erano Ninni Roperti che aveva la cantina a ra scinnuta da mmaculata. Ernesto Baratta che aveva tante cantine sparse per il paese. Poi c’era quella di Peppe Roperti ‘e Vricita. Ed infine, quella di Domenico Esposito conosciuto come Micu ‘e Vartulu che è l’ultimo ad aver smesso l’attività e ha, ancora oggi, la cantina a Santa Cristina.
Le vigne più grandi erano quelle di Don Palinu Villella a Sassa. Poi c’erano i i Montoro che possedevano una vigna di triciantu scaluni che da Conflenti Superiore si estendeva fino ari Tiarmuni e qui c’era la cantina di Don Pietro Montoro. Sempre i Montoro possedevano altri vigneti in località Carrara e aru Cuazzu zona dove erano presenti anche i vigneti di don Costantino Baccari. Le vigne di Felice Roperti e Costantino Pantano (il farmacista) erano ara Carrara . A Vaddramarina e a Terrafranca c’era quelle de Donna Pippina e ari Scupamisi la vigna di Tranchiaddri . Quella di Donna Nice a Martazza e a Crapili quella di Anello Pascuzzi u Paladinu . Al campo sportivo c’era la vigna del sarto Vasto chiamato simpaticamente mastru pitittu

Il ricordo

I vigneti erano tantissimi e la quantità di vino che si produceva era notevole ma intorno agli anni ottanta tutto questo finì. La gente iniziò ad emigrare e le vigne rimasero incolte. Inoltre una scellerata politica del governo di allora che diede un contributo a chi estirpava i vigneti aiutò a far morire completamente questa fiorente attività. Malgrado tutto, Conflenti è ancor oggi conosciuto come il paese del vino buono perché la terra e l’esposizione al sole sono propizi alla buona qualità.

Conflenti terra di vigneti e di vino buono ultima modifica: 2020-10-20T12:27:00+02:00 da Giancarlo Villella

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