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Un altro importante tassello si aggiunge al mosaico della plurisecolare storia di Conflenti con l’ultimo libro di V. Villella “I DEMONI DELLA SANTA FEDE”

Vincenzo Villella

“I DEMONI DELLA SANTA FEDE” è la narrazione in prima persona, da parte del giovane ‘notaio zoppo’ Francesco Butera, delle vicende dell’anno più drammatico del regno di Napoli: il 1799, l’anno della marcia della Santa Fede del cardinale Fabrizio Ruffo per liberare la Calabria e il Mezzogiorno dagli occupatori francesi. Dell’argomento Villella se n’era occupato già negli altri due suoi libri L’ALBERO DELLA LIBERTA’ e I BRIGANTI DEL REVENTINO. In questa nuova opera, che si legge come un romanzo storico, viene descritta in diretta da parte del notaio-monaco-massone, assoldato nell’Armata del Ruffo, la storia sconosciuta di quell’epoca che ha visto i conflentesi protagonisti nella difesa del territorio contro gli invasori.

Nel libro la figura centrale è Nicola Gualtieri, detto Panedigrano, prima chierico selvaggio, poi brigante, poi maggiore dei Reali Eserciti e confidente della regina Carolina. La narrazione, in 400 pagine, si apre e si conclude a Conflenti. Dalla guarigione miracolosa del giovane notaio attribuita alla Madonna della Quercia, alla monacazione dello stesso nel convento agostiniano di Martirano; dall’innalzamento dell’albero della libertà davanti alla chiesa di Visora, agli esorcismi sacramentali per liberare gli ‘spirdati’; dal delitto d’onore di Nicola Gualtieri contro don Michelino Calabria, stupratore della sorella e delle altre giovani che servivano nel suo palazzo, alla legatura del tesoro dei briganti nel crocicchio di San Mazzeo.

Panedigrano: immagine del brigante

Poi i conflentesi al seguito di Panedigrano in tutte le tappe della marcia sanfedista fino a Napoli, le stragi, i massacri, l’incontro di Panedigrano con Fra’ Diavolo, le messe nere, la copulazione sacra, i tarantati di Tricarico, il cannibalismo dei lazzari napoletani, il ritorno della monarchia borbonica, le gratificazioni del re ai benemeriti della riconquista del Regno e, in particolare, a Panedigrano.

Il libro si fa apprezzare, oltre che per la narrazione di fatti del tutto sconosciuti alla storiografia ufficiale, soprattutto per la descrizione delle condizioni di vita della Calabria dopo il terremoto del 1783: la vita grama delle plebi, lo sfruttamento dei contadini da parte dei ‘gamboni’ locali, in un clima di superstizione e di passiva accettazione della sorte avallata anche dal potere della Chiesa alleata del trono. Tutto avveniva, come diceva il clero, ad maiorem Dei gloriam (per maggiore gloria di Dio): il detto più insanguinato della storia, il vessillo giustificatore delle guerre sante, delle sacre inquisizioni.

Un altro importante tassello si aggiunge al mosaico della plurisecolare storia di Conflenti con l’ultimo libro di V. Villella “I DEMONI DELLA SANTA FEDE” ultima modifica: 2023-04-13T10:01:15+02:00 da Redazione

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