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“Della Quercia”: il canto sacro rielaborato da Sabrina Pugliano

Della Quercia: Sabrina Pugliano al piano

Se c’è una canzone capace di racchiudere tutta la fede e la venerazione nei confronti della Madonna di Visora questa è, senza dubbio, “Della Quercia”. Un inno popolare dedicato alla Vergine che scelse Conflenti per apparire ai propri figli. La colonna sonora del Juarnu a Madonna e di tutte le festività a Lei dedicate. Brividi scorrono lungo la pelle quando nella Basilica echeggiano le note di questo canto. In particolare quando fanno da sottofondo alla ricollocazione della statua nella sua nicchia, interrotte solo da un “Evviva Maria” urlato a piena voce e seguito da applausi scroscianti. Insomma, “Della Quercia”,  il cui testo fu scritto dal Reverendo Francesco Tigani, è la canzone dei conflentesi e di tutti coloro che adorano la Madonna della Quercia. E di questo canto sacro una giovane musicista ne ha fatto una versione polifonica e ci regala questo video per ascoltarla.

Si chiama Sabrina Pugliano e in quest’intervista ci parla della sua passione per la musica religiosa, del perché ha deciso di rielaborare quest’inno e del suo legame con Conflenti e la sua patrona.

Com’è nata la tua passione per la musica, in particolare per quella sacra?

La mia passione per la musica nasce sin dall’infanzia. Sentivo mio fratello suonare il pianoforte e mamma la chitarra. Poi, all’età di quattro anni, nel 2004, mia madre ha iniziato a portarmi con lei alle prove di canto del coro della parrocchia del mio paese, San Mango d’Aquino, e con lei ho iniziato a frequentare alcuni gruppi di preghiera dove si cantava frequentemente. Proprio lì è nato il mio amore per la musica sacra, in particolare per quella liturgica.

Hai, poi, intrapreso degli studi per approfondire questa tua passione e avviare la tua carriera da musicista…

Sì, attualmente studio pianoforte e direzione d’orchestra al Conservatorio Tchaikovsky di Nocera Terinese. Per quanto concerne la musica liturgica sto seguendo un corso triennale a cura dell’Ufficio Liturgico Nazionale della Conferenza Episcopale Italiana. Dirigo la Schola Cantorum interparrocchiale Christus Vincit, canto nella Corale diocesana Benedetto XVI e all’incontro internazionale delle corali in Vaticano nel 2018 ho cantato con il Coro della Diocesi di Roma diretto da Mons. Frisina. Scrivo brani di musica sacra alcuni dei quali sono stati cantati anche alla Nunziatura Apostolica in Indonesia dal coro Cappella Victoria Jakarta, che a ottobre eseguirà un altro mio lavoro alla rassegna internazionale di musica sacra Assisi Pax Mundi.

Cos’è per te musica liturgica?

Oggi la musica liturgica è al centro della mia vita. È un’arte che aiuta a pregare. Questo mi rende felice perché la preghiera è dialogo con Dio e la musica liturgica, quando eseguita secondo criterio, ‘’non è abbellimento ma è essa stessa liturgia’’ – come ricorda il papa emerito Benedetto XVI. Fare musica in chiesa è diverso dal fare musica in teatro o nei locali. Nella Chiesa la musica ha un certo valore, ha il compito di far partecipare il popolo sia attraverso il canto che attraverso l’ascolto orante. Ha il compito di immergere l’assemblea nel Mistero della nostra fede. Far questo non è semplice, soprattutto oggi, quando spesso viene tolto il posto alla vera polifonia sacra per eseguire canzoncine pop con la scusa di far pregare i giovani. Questo, secondo me, è sbagliato e va contro le regole. Nel mio piccolo cerco in tutti i modi di evitarlo.

Della Quercia: Sabrina E Don Antonio

Non mi piace non rispettare le norme liturgiche. Inoltre, penso che un canto pop nella liturgia non faccia pregare nessun giovane; un brano di vera musica liturgica sì. La Chiesa Cattolica ha un vasto e bellissimo repertorio di brani sacri. Ho vent’anni, sono giovane anch’io, penso che la mia generazione abbia un forte bisogno di avere buone guide. E io ringrazio il Signore di averle avute quando ero più piccola e di averle anche ora.

Sei di San Mango ma hai un forte legame con la Madonna di Conflenti, vero?

Se devo essere sincera, ho da sempre sentito parlare della Madonna di Conflenti ma è da poco che conosco la meravigliosa storia delle apparizioni. Grazie ad alcuni studi ho approfondito la vicenda delle apparizioni e del culto mariano a Conflenti, che fino ad allora conoscevo pochissimo. Leggere la storia delle apparizioni, la storia della chiesa e tutti i prodigiosi eventi mi ha fatto davvero rimanere a bocca aperta. Penso che Conflenti sia un luogo veramente santo perché solo così si può definire un posto dove la Madre di Dio si è degnata di apparire e di parlare. Qualche anno fa sono entrata per la prima volta nella chiesa delle prime apparizioni e ricordo benissimo quella sensazione di pace che si percepiva… La stessa che pervadeva l’animo quando frequentavo il monastero delle clarisse, dove ho tenuto per un periodo qualche lezione di musica e canto alle suore.

Invece il Santuario l’ho visitato per la prima volta nel 2010, se non ricordo male, in occasione di un concerto con la corale diocesana. San Bernardo in una preghiera scrive “guarda la stella, invoca Maria’’: proprio queste parole mi vengono in mente ogni volta che guardo alla statua lignea della Madonna di Visora e al Quadro Divino. Guardare Maria vuol dire veramente guardare una stella che, nonostante le tempeste della vita, rimane lì per illuminarci e mostrarci la via che conduce al Signore.

Come hai scoperto “Della Quercia”, il canto dedicato alla Madonna di Visora?

A giugno per una materia del corso di musica della CEI, Forme musicali per la liturgia rinnovata, ho dovuto consegnare come compito un elaborato finale che parlasse di una festa religiosa. Mi è subito venuta in mente la festa della Madonna di Visora, compatrona della nostra diocesi. Essendo un corso di musica liturgica ho dovuto approfondire l’aspetto musicale inserendo anche dei canti tradizionali. E da qui l’idea di lavorare su “Della Quercia”. Così, con l’aiuto di una corista di Conflenti, Mariateresa, che mi ha dato la melodia tradizionale dell’inno e di don Antonio Stranges, che mi ha fornito dei materiali di studio arricchendo il tutto con delle testimonianze orali, ho scoperto questo meraviglioso canto.

Della Quercia: spartito

Mi ha colpito moltissimo lo stile del testo: solitamente molti canti popolari sono scritti in lingua dialettale, invece il vostro Inno no. Questo permette una più larga comprensione del testo anche da parte di chi non conosce la lingua locale. Ascoltandolo per la prima volta ho subito avuto l’impressione che questo canto sia vera preghiera.

Cosa ti ha ispirato e portato a lavorare su questo brano?

Mi incuriosiscono moltissimo i canti popolari perché sono alta espressione di preghiera di un popolo devoto. Adoro tantissimo la polifonia e quindi ogni volta che sento un canto tradizionale lo immagino eseguito ad almeno quattro voci. Ho deciso di elaborare quest’inno a Maria perché mi ha ispirato il testo: penso che “Della Quercia” sia una vera e propria poesia che si fa preghiera in cui la Madonna è onorata e invocata. Poi, può sembrare banale dirlo, ma la fonte più alta di ispirazione è stato il volto di Maria ritratto nel Quadro Divino.

Sono convinta che per ogni musicista sia di fondamentale importanza la preparazione tecnica e teorica, ma nel caso di un musicista liturgico deve esserci un qualcosa in più: la preghiera. Lo scopo di ogni brano liturgico deve essere quello di far pregare, di far entrare nel mistero di Dio chi ascolta e partecipa. Quando il canto si fa preghiera allora quella è la soddisfazione più grande per il compositore, che può dire di aver raggiunto il suo principale obiettivo. Spero di vero cuore che ascoltando questa mia elaborazione voi riusciate a pregare almeno un po’.

Hai elaborato, dunque, la versione polifonica di “Della Quercia”. In cosa consistono le innovazioni da te apportate?

Il canto tradizionale viene eseguito in senso monodico, quindi tutto il coro, sia voci maschili che femminili, cantano la stessa melodia. Questa mia versione, invece, è scritta per coro a quattro voci miste, assemblea e organo con pedale obbligato. All’assemblea è affidata la melodia popolare, senza nessuna variazione. Il motivo di questa mia scelta è semplice: non ho voluto cambiare le tradizionali note che da anni accompagnano la preghiera dei devoti. Inoltre, è sconsigliato variare una melodia già consolidata nel tempo dall’assemblea: questo renderebbe difficile la partecipazione attraverso il canto e l’inno non sarebbe più quello tradizionale.

Sabrina E Il Vescovo

Inizia l’organo con una brevissima introduzione. Segue l’ingresso del coro, assieme all’assemblea, che nelle prime battute è accompagnato dal solo pedale dell’organo, quindi da un suono molto basso. Le cinque voci non cantano in omoritmia. Infatti, iniziano i bassi, a cui seguono soprani, contralti e assemblea e, infine, si aggiungono i tenori. Tutte le voci si ritrovano insieme nella parte finale di ogni strofa (che ti dà la vita e il cuor – nella notte e nel dolor). Questa poliritmia è mantenuta anche al cambio di tempo (la seconda volta di ‘’è Conflenti che ti onora’’ e ‘’splenderai sempre più bella’’).

Alla seconda strofa segue una breve parte organistica e alla sua conclusione fa coda un finale affidato al solo coro, senza assemblea e, nella prima parte, senza accompagnamento dell’organo. Nelle ultime battute il coro riprende a essere accompagnato dall’organo e soprani, contralti, tenori e bassi riprendono ancora la melodia tradizionale (che ti dà la vita e il cuor) che questa volta viene affidata alle voci dei contralti, seppur con qualche leggera variazione.

Grazie Sabrina per questa intervista e per aver fatto ai devoti della Madonna di Visora il dono di questa nuova interpretazione di “Della Quercia”

Ringrazio voi di itConflenti per aver pubblicato la mia elaborazione dell’Inno.  E auguro di vero cuore a tutti i devoti una buona festa della Madonna di Visora, certamente diversa quest’anno a causa delle restrizioni ma proprio per questo ancor più colma di preghiere.

“Della Quercia”: il canto sacro rielaborato da Sabrina Pugliano ultima modifica: 2020-08-25T09:00:00+02:00 da Redazione

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