La straordinaria storia che ruota intorno al Santuario della Madonna della Quercia trasuda di fede e di devozione. La ricorrenza mariana fortemente sentita da tutta la popolazione ricorda il miracolo avvenuto durante il luttuoso evento del terremoto del 7 febbraio 1743 che colpi la Calabria e lo stretto di Messina. Tuttavia, in quella terribile data a Conflenti non vi furono vittime.
Fra il 5 ed il 7 febbraio la sequenza sismica, contò ben 949 scosse . All’improvviso un violento tremolio scosse la terra. I tavulati scricchiolavano, ed i bimbi strappati dal sonno scoppiavano in pianti a dirotto, cercando le braccia delle madri. Una terza volta un fracasso infernale sembrava volesse inghiottire tutto nell’abisso.I paesi vicini vennero rasi al suolo compreso Martirano.
Conflenti no ! Salvato dal terremoto, i Conflentesi baciando il cielo e la terra, levarono canti di lode. Da quell’anno nel santuario gli abitanti , al fine di ringraziare Maria per la loro salvezza si raccolgono in preghiera prima di condurla in processione per le vie del paese. Seppur lontana la festa di agosto, il legame della popolazione con la Madonna resiste sfidando il freddo dei primi giorni di febbraio infatti una piccola fiera intorno al sagrato e sulla via di Visora si svolge coinvolgendo i paesani. La festa del sette febbraio ha sempre avuto per me un significato molto profondo, poiché ad essa sono associati alcuni dei ricordi più belli correlati all’infanzia ed alla mia gioventù:
il freddo pungente, la passeggiata tra le bancarelle alla ricerca del vestito di Carnevale mangiando na grispeddra, i profumi della fiera, i suoni della banda le strade vuote riempite di fedeli.
Per un giorno il mio paese abbandona i problemi della vita e fa festa, riscoprendo il piacere del senso di appartenenza.
