Il paesaggio e il silenzio delle ultime ore mi riporta alla memoria Conflenti ai tempi passati quando, con l’arrivo della neve, si trasformava tutto in una vera e propria festa. E con questo scenario mi vengono in mente anche le antiche tradizioni del nostro paese e una di questa è la preparazione della scirubetta, il gelato più antico conosciuto al mondo.
E’ un dolce semplice, legato alla bellezza e alla purezza che la neve porta con sé. Il nome scirubetta deriva da sharbat che in arabo significa bevanda; proprio da questo termine derivano anche i termini sciroppo e sorbetto. Considerata il gelato più antico della storia è composta da neve pura e vino cotto ma non solo.
In ogni casa conflentese che si rispetti, non appena la neve cade silenziosa e copiosa, si esclama: e mmo ne facimu a scirubetta!
La scirubetta , il gelato dei poveri, mi rievoca ricordi d’infanzia bellissimi. Già dai primi primi fiocchi, attendevo con ansia il momento in cui si raccoglieva la neve, dai ciaramili di casa nostra, per poi preparare il tanto atteso e desiderato gelato.
L’ingrediente principale, oltre alla neve, è il vino cotto. Che meraviglia vedere il nero e il bianco che si mescolano amorevolmente dando vita ad una delizia per il palato.
Come accennavo prima, ci sono tante varianti per preparare la scirubetta. Si possono usare: succo d’arancia, di limoni o il cacao; unita al caffè diventa una granita davvero speciale. Ricordiamoci sempre di raccogliere la neve migliore, cioè quella puglia puglia, non bisogna affondare troppo il cucchiaio per non raccogliere impurità. Si versa in una grande coppa, si unisce l’ingrediente a noi più gradito e si mescola il tutto con energia. Questa ricetta non rappresenta una preparazione culinaria di chissà quale livello, ma è una dolcissima tradizione che bisogna tramandare.