Di Antonio Coltellaro
Oggi come un tempo, la messa di Domenica mattina è un appuntamento da non perdere per molti conflentesi, credenti o non credenti.
E’ una occasione per ritrovarsi e raccontare gli avvenimenti della settimana e spesso la preghiera diventa un fatto marginale.
Un tempo però il rituale era molto più complesso, studiato nei minimi dettagli.
Intanto bisogna chiarire che le messe erano due: una all’alba o quasi. Una messa che durava poco, ridotta all’essenziale e che chiamavano letta. Era la messa della povera gente, di chi aveva poco tempo perché aveva tante cose da sbrigare e soprattutto, data l’ora, era sicuro di non essere osservato considerato che aveva un vestito rovinato e per tutte le stagioni.
La messa solenne , invece, cominciava alle dieci. Era la messa dei ricchi e dei benestanti del paese. Era preannunciata da un lungo scampanio , era cantata e durava tanto, circa un’ora.
Per uomini e donne era un pretesto per ammirare ed essere ammirati e per questo il rituale era molto ben studiato.
Si arrivava molto prima, uomini e anziani tutti mattinieri arrivavano verso le otto, e si disponevano tutti sul sagrato. Ma mai insieme, tutti in piccoli gruppi, rigorosamente divisi per differenze economiche e sociali. Tra di essi non c’era quasi mai comunicazione.
Nel rispetto delle regole della tradizione le donne giungevano più tardi. Un ritardo voluto perché si aspettava che la platea fosse al gran completo. Sapevano di essere osservate e procedevano senza fretta, con movimenti lenti e ben studiati. Quel momento tanto atteso da una settimana era da consumare lentamente e tutto da sfruttare soprattutto per chi era ancora da sposare. Da uno sguardo furtivo se ricambiato potevano venir fuori grandi amori o matrimoni.
Anche in chiesa c’era una tradizione da rispettare: si stava rigorosamente separati per età, sesso e condizione sociale. I signori avevano posti riservati. Le donne tutte sedute nelle prime file , gli uomini tutti indietro e in piedi. Le ultime file di banchi erano riservate agli uomini anziani. Ogni contatto era da evitare. La messa era in latino. Parlare e pregare era una cosa normale, ci si scambiava le ultime notizie. L’uscita dalla messa era una nuova occasione da sfruttare, l’ultima di quella settimana. Altri sguardi e sorrisi alla ricerca di conferme. Di nuovo passo lento per rallentare il ritorno e l’occhio che vagava alla ricerca della persona giusta. Un ricordo da serbare fino alla domenica seguente.