Chissà se gli alberi hanno un’anima?
“… Sorgea un olmo che come inutile tronco malnato, vivea fra gli alberi d’ulivo a Visora …”
Un olmo secolare così grande che, per circondarne completamente il tronco, occorrevano, a detta degli antichi, almeno nove uomini. A guardarlo da lontano sembrava toccasse le nuvole con la sua chioma larga e imponente.
E l’umbra de stu chiuppu fu teatro d’incontri tra regnanti e di cronache storiche che attirarono gente da ogni paese.
“‘A gente d”o paise, a bbesperata,
Si cce sole jjuncire, ppè ttagliare
I panni a ttutti quanti e ppe’ sputare
Sintenze supra i fatti d’ ‘a jurnata.“(V. Butera)
Piogge battenti, hanno solcato la vita del grande albero secolare. Un albero che, a guardarlo nelle giornate serene, sembra un indomito monumento che nell’imperversare di violente tempeste scuote i suoi grossi rami senza temere lo schianto di fulmini o di impetuosi soffi di vento. Un olmo che, con la sua ombra rese più fresche l’estati e offrì rifugio a migliaia di uccellini.
U chiuppu e la sua chioma
Purtroppo, gli anni cominciarono a farsi sentire anche per sua maestà u chiuppu. Prima degli anni 90, pesanti “mutilazioni” di potatura ne compromisero i rami portanti. In seguito, la natura fece il suo corso; forti raffiche di vento spezzarono le sue lunghe “braccia” e gli attacchi fungini del legno misero in pericolo la sua sopravvivenza.
Un’equipe di botanici avviò un primo parziale intervento di recupero ma non ci fu nulla da fare.
Tanti ricordano a cupa che si era creata dal lato destro del tronco: marciume ligneo che favoriva in diversi periodi dell’anno la crescita dei funghi pioppini. Mio fratello e altri ragazzini di corporatura esile, si calavano dentro con la testa, per raccoglierli e donarli alle suore.
In tempi passati, ogni anno veniva circondato di luminarie. A volte, organizzavano anche un piccolo presepe ai suoi piedi.
La sua immensa chioma ha visto succedersi intere generazioni, guerre, carestie, feste, eventi e chissà quante altre cose. Se avesse potuto parlare, sicuramente, ci avrebbe raccontato di quanti bambini ha visto uscire ed entrare all’asilo. Di come sono cambiati i tempi: settant’anni fa vedeva i ragazzi partire per la leva assonnati e infreddoliti; ha pianto con i genitori di quei giovani che, con la valigia di cartone in mano, passavano sotto le sue fronde per raggiungere il Nord Italia, la Svizzera, l’Argentina, l’Australia o chissà dove.
Ammirato dai villeggianti che animavano il paese d’estate, puntualmente si fermavano a fare una foto ricordo e sedevano all’ombra dei suoi rami per ripararsi dal caldo estivo e lui, e come per ringraziarli, ogni tanto lasciava cadere una foglia ai loro piedi. Ma in questa triste vicenda c’è comunque il risvolto positivo infatti fu piantato nello stesso luogo un piccolo pioppo nella speranza che raggiunga la stessa longevità del “monumentale” chiuppu!