Prima che la primavera esploda con tutta la sua energia, alberi da frutto, siepi, roseti e vigneti hanno bisogno di una buona potatura per permettere a nuovi rami e germogli di crescere sani e rigogliosi.
E proprio il mese di marzo è il momento giusto per sbarazzarsi dei rami secchi e dare forma alle piante. Dopo aver effettuato il taglio, però, è necessario raccogliere i rami tagliati. Ma cosa fare con i resti della potatura?
Oggi vengono gettati o bruciati mentre negli anni passati, quando nulla si sprecava, venivano legati e intrecciati tra loro secondo una tecnica particolare; utilizzati poi durante l’inverno per accendere il fuoco nel camino o per scaldare il forno.
Vi mostriamo nelle sequenze fotografiche come viene creato nu saramiantu.
I rami, raccolti a mazzo dalla parte più folta, vanno rivolti su se stessi; il ramo più lungo si intreccia tutto intorno al fascio e poi si blocca alla base. Ed è così che si ottiene nu saramiantu.
Fino a qualche anno fa, i saramianti raggruppati in gregne, venivano portati dalle donne sulla testa fino a casa dove poi li conservavano per utilizzarli durante il lungo e freddo inverno.
Chissà quanti di voi hanno fatto questi lavori ormai dimenticati!? Oggi sono in pochissimi coloro che continuano a mantenere viva questa tradizione e noi di itConflenti vogliamo lasciarne testimonianza prima che scompaia del tutto.
Ringraziamo Nella Albace per averci fornito le foto. È una che ha a cuore le tradizioni e che continua a trasmetterle.