E Santa Liberata vergine, forse anche lei pur nella sua onniscienza di Santa, ha bisogno di sapere che era per via del nome, se l’avevano eletta protettrice delle partorite, di coloro cioè che si erano liberate del fardello del figlio, a lungo tenuto in gestazione. A Conflenti veniva festeggiata a gennaio.
La solennità, appannaggio della famiglia di Peppino Baratta, emigrato in Argentina che per devozione ne aveva acquistato la statua ,contemplava il gioco dei pignatieddri, la moneta attaccata con cera sotto la frissura anniricata dall’uso e dall’ unto colato da staccare con i denti per impossessarsene, la corsa nei sacchi ed altri ancora… La competizione più attesa, era la gara di ciucci. Al via i più gagliardi ciucci cujjintari montati abilmente dai loro proprietari, partivano a razzo dalla casa de Mastru Arbino per raggiungere u Castieddru. Si racconta che proprio durante questa gara u ciucciu e’ Lipordu in netto vantaggio al galoppo invece di proseguire sull’intera via nova deviò ppe ru catuoiu dove abitualmente ritornava dopo la giornata di lavoro facendo così perdere al padrone la competizione.
Gli spettatori sistemati ai bordi della strada incitavano i concorrenti. Inutile dire che, come in tutte le dispute paesane si formava un allegro vociare. La corsa durò solo per alcuni anni, poiché la scomparsa dei ciucci e l’irrompere chiassoso della modernità cancellarono questa simpatica manifestazione. La sera poi la festa si concludeva a ru chjianu di Papacuajjiu con l’esibizione della banda musicale. Come in tutte le feste del paese coinvolgeva, emozionava, univa l’intero paese in una sorta di sacralità collettiva.
Fonte Mario e Sina Vescio
