La tradizione di adornare i balconi con coperte finemente lavorate durante le celebrazioni religiose risale ai tempi più antichi, radicandosi profondamente nel cuore della cultura del nostro paese. Ogni coperta, con i suoi colori e le sue trame, contribuisce a creare un mosaico vivente che esalta la bellezza dei luoghi, donando un tocco di solennità e di gioia al passaggio della sacra figura. Fin dalla più tenera età, ho sempre provato una profonda attrazione per quei drappi ricamati, simboli silenziosi di festa e devozione, che adornano i balconi quando il Santo attraversa le strade del paese. Le coperte, di seta pregiata, dai colori cangianti e vivaci, sono molto più che semplici tessuti: rappresentano un lascito di storia e tradizione, un legame con il passato che si manifesta in ogni fibra e in ogni trama. Questa consuetudine di esporre le coperte durante le celebrazioni, particolarmente in occasione della festa della Madonna, ha radici profonde nella mia memoria e nell’identità del mio paese. Sin da bambina, osservavo con incanto questi tessuti magnificamente lavorati, custoditi con cura nelle casce delle donne di casa mia, come preziosi scrigni di cultura e tradizione. Il loro fascino mi rapiva, e proprio da quel momento è germogliata in me la passione di collezionarli, di preservare questi tesori che raccontano storie di mani sapienti e di antiche maestranze.
Ogni coperta della mia collezione non è soltanto un oggetto, ma una testimonianza vivente. Alcune mi sono state generosamente donate, mentre altre sono parte integrante del patrimonio della mia famiglia, arricchito nel corso dei decenni. Conservo ciascuna di esse con una cura , consapevole del valore inestimabile che racchiudono, e ogni anno, con immutato orgoglio, le espongo durante la processione della Madonna, ornando i balconi come si fa da secoli.Ci sono giorni in cui un richiamo mi spinge ad aprire a cascia, dove custodisco quei tessuti preziosi. Li accarezzo con cura, come se risvegliassi qualcosa di sacro. Li porto fuori, sul balcone, e i fili di ferro, solitamente destinati ai panni quotidiani, diventano il palcoscenico per un rito senza tempo. Una ad una, le stendo con attenzione, lasciando che l’aria fresca e la luce del sole le ravvivino. In quei momenti, il passato sembra tornare presente. Poi, con rispetto, le ripiego, riponendole nei cassetti e nella cascia, come faceva mia nonna, aspettando il prossimo anno per riscoprirle ancora. Tra le più preziose della mia collezione vi è una coperta damaschata con gli angeli, un autentico capolavoro della manifattura siciliana di fine Ottocento, la cui bellezza mi affascina ogni volta che la osservo. Questa coperta, la più antica che possiedo, mi è stata donata come parte della dote da mia nonna, e per me rappresenta il legame indissolubile con le mie radici. Non è solo una coperta, ma una reliquia di famiglia, impregnata di ricordi e di affetto.
Accanto a questa, si trovano altre coperte di straordinaria bellezza: quelle di un azzurro profondo, che rispecchiano il cielo estivo; quelle rosa, delicate e raffinate; e quelle di un intenso amaranto, che sembrano catturare il calore del sole al tramonto, una azzurra che ricorda il manto della nostra Madonna. Ciascuna di esse racconta una storia, porta con sé un frammento di vita, un pezzo della mia identità. Continuerò a perpetuare questa tradizione, a esporre con orgoglio queste meraviglie tessili che sono molto più di semplici ornamenti. Sono convinta che un giorno i miei figli sapranno apprezzare il loro valore, riconosceranno in esse non solo la bellezza, ma anche il significato profondo di una tradizione che affonda le sue radici nel passato..Un giorno, affiderò loro questo tesoro, con la speranza che lo custodiscano con la stessa dedizione con cui io l’ho fatto.
