Il Natale è alle porte e, come ogni anno, per celebrare la nascita di Gesù, si realizzano i presepi. Pasquale da sempre stupisce l’intera comunità con i suoi manufatti allestiti nelle varie chiese. Ancor prima dell’Immacolata comincia a preparare i nuovi presepi, l’attesa è fremito e magia e il suo lavoro meticoloso un dovere. A Sant’Andrea rimanevo per ore a guardare quella bellezza. Visitare questi manufatti vuol dire assaporare maggiormente l’atmosfera e la gioia delle feste oltre che ammirarne la bellezza. É sempre un’emozione guardare le sue creazioni, opere di minuteria costruite manualmente e con garbo. Oltre al lavoro di devozione popolare la sua è maestria artigiana. Un lavoro di perfezione dove luoghi e personaggi trovano la giusta collocazione.
La perfezione delle casette, quel piccolo mondo fatto di muschio e cummari sapientemente ricostruito desta non poca meraviglia . Nell’antica semplicità delle cose il calore del fuoco fatto da una lucina rossa e dei pezzetti di legno. Un’asta potrebbe diventare un ponticello piuttosto che una rampa di scale, una staccionata, un recinto per le pecorelle. Vecchi giornali danno vita ai rilievi dei monti. Animali e persone protagoniste di un’intima rappresentazione. Pasquale stropiccia, modella, con pazienza provvede a collocare ogni cosa al suo posto: montagne, colline, grotte, strade coperte di muschio verde, sabbia e rami de spine e surice. Pastori e artigiani magicamente prendono vita. È che dire del rumore dell’acqua che vien giù da un canale fatto de ciaramili? E così a lavannara, u guardastiddre, u furgiaru, tutti gli attori si affollano, reclamando il loro spazio e raccontando storie che non esistono più.
