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Giovedì Santo: “u graniciaddru”, antiche tradizioni

Graniciaddru O Grano Santo

Una delle tradizioni conflentesi legate alla Settimana Santa di Pasqua, è quella di preparare u graniciaddru, i germogli di grano da portare in Chiesa, a ri summurchi il Giovedì Santo. Ogni fedele li prepara per la propria parrocchia. Generalmente il compito veniva affidato ai più piccoli che si divertivano a curare le piantine annaffiandole di tanto in tanto. I teneri germogli di grano venivano preparati pochi giorni prima delle Ceneri in modo che la maturità coincideva con la settimana Santa.


Distribuiti in un piattino adagiati sul cotone bagnato e riposto in un luogo buio per non fargli prendere luce. Si teneva dentro un comodino, intra na cascia o sotto il letto ma il più delle volte veniva messo sutta a quadara. Come da tradizione i germogli dovevano essere chiari di un colore tra il bianco giallino simile a quello del grano. Si tratta di un simbolo povero che il popolo, prevalentemente contadino, offriva al sepolcro di Cristo. I piatti adornati di mammole e viole dovevano arrivare in chiesa perfetti e ruccuti.

Il giovedì Santo si faceva visita a tutti i summurchi del paese e si attendeva il venerdì Santo o la domenica di Pasqua per riprende il proprio piattino di grano. I fili delicati venivano strappati, intrecciati e portati negli orti e nelle vigne per benedire la terra e se qualche vicina non lo aveva preparato se ne ne dava un pezzo anche a lei come buon augurio. I delicati germogli sono simbolo della Resurrezione
“In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto” (Gv 12,20-33).

Giovedì Santo: “u graniciaddru”, antiche tradizioni ultima modifica: 2022-04-07T09:00:00+02:00 da Lucy Stranges

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